Critica all'ecologia radicale di Carlo Balamonte
Il dibattito recente sull'ecologia, evidenzia due approcci fondamentali che si continuano a considerare in forte antitesi, soprattutto nel versante teorico viziato dall'ideologia e nella dimensione politica. Come se esistessero soltanto due tipi di ecologia: la prima, superficiale, che mira a conciliare preoccupazione ecologica e produttività in termini di redditività, senza mettere in discussione il modello di sviluppo ed in particolare il sistema dei consumi; la seconda, quella che da più parti viene definita "ecologia profonda" (la cui definizione pare sia da attribuire ad Arne Naess), che si fonda sulla valorizzazione della qualità della vita.
In questa prospettiva l'assunzione della qualità della vita quale parametro utile a discriminare altre impostazioni, costituisce un elemento "altro" ed estraneo agli attuali parametri in uso per valutare la qualità della vita. Secondo Naess una nuova ecologia, se vuole essere profonda e non un pensiero alla moda, non deve fare i conti e venire a compromesso con la quantificazione economica, deve, semmai, rimettere radicalmente in discussione il modello di sviluppo fondato sul consumismo.
L'impostazione concettuale di Naess è viziata da un retroterra culturale filosofico che si è sempre nutrito della critica alla modernità, della polemica radicale nei confronti della civiltà dei consumi, del sospetto persistente verso il pensiero liberale. Con una impostazione di questo tipo è come se si distinguesse tra l'ecologia vera da una parte e l'ecologia fittizia dall'altra, assumendo una nozione di verità non scientifica e non operativa.
Il movimento ecologista in Italia, ma anche in Germania ed in Francia, tende a sottovalutare, probabilmente per la distanza che separa le sue azioni dalle pratiche politiche e da un programma ambientale troppo viziato dalle politiche nazionali, il pregiudizio filosofico alla base di un certo approccio totalizzante ed assoluto. Molto attuale sarebbe invece articolare il dibattito sulle reali possibilità di azione e di intervento da parte del movimento ecologico in un contesto politico globale, articolando i programmi su basi realistiche e localistiche.
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